
Il primo giorno del mese di ottobre del 1860 è la data dell’unica vera
battaglia della “Campagna del Sud” che i garibaldesi dovettero sostenere
fronteggiarono i nostri avi che indossavano l’uniforme borbonica.
Si affrontavano due mondi che interpretavano in maniera assi differente
la battaglia, i borbonici ancora ispirati da regole cavalleresche e i
garibaldini guidati dal più smodato pragmatismo. Alle nostre coscienze
può apparire paradossale, ma principi e valori tutti meridionali
impedirono ai soldati napolitani di riconoscere nei soldati in camicia
rossa, che annegavano nel Volturno, dei nemici da finire.
A 150 anni esatti da allora, nel ricordo di quella battaglia che nelle
sue varie fasi interessò Capua, Caiazzo, Castelmorrone, Maddaloni,
Caserta, Sant’Angelo in Formis, Sessa Aurunca ed altre località,
l’Associazione Culturale Borbonica “Terra di Lavoro”, ha voluto rendere
omaggio ai caduti Meridionali che difendevano la loro Terra
dall’invasore e che non ebbero né cristiana sepoltura né onesta
reputazione. Lo ha fatto prima a Capua con il commovente lancio nel
Volturno di emblematici gigli da parte di un picchetto d’onore con le
uniformi dei tiragliatori borbonici. Poi a Caserta con la celebrazione
di una S. Messa ed un convegno molto affollato tenuto dal prof. Vincenzo
Gulì, dal capitano Alessandro Romano e dal dr. Pompeo De Chiara.
Proprio De Chiara a metà dell’incontro ha dato la notizia della morte di
Nicola Zitara, forse il primo studioso meridionalista moderno.
Senz’altro quello che nel ricostruire pazientemente oltre due secoli di
politica finanziaria, per primo, ha visto quale unica soluzione ai
problemi del Sud, la via della rinascita di uno Stato duosiciliano. Lo
scrittore che in “Memorie di quand’ero italiano” tenta di ricostruire
l’esperienza di intere generazioni di meridionali traditi, sfruttati ed
emarginati e che si rese conto che “il Nord non è, puramente e
semplicemente, la parte in alto del mio paese, ma un altro paese e non
propriamente amico, indulgente con se stesso e serio e severo con me”.
Nicola Zitara già nel 1971 con il suo “L’Unità d’Italia: nascita di una
colonia”, ci fece comprendere i reconditi perché della nascita dello
stato unitario, e quanto la riuscita di questo progetto abbia
rappresentato la causa principale dei mali che affliggono il meridione.
Un ulteriore lutto che ha gettato sconforto sui partecipanti al
convegno, alcuni dei quali, a tarda notte si sono di nuovo recati alle
sacre acque del Volturno, per aggiungere un giglio ai gigli.